PRIMA CLASSIFICATA (ex aequo)
di Francesco Cacciotto
CAVALCA L'ONDA… MARINAIO
F unesta sera d'inverno che sferzi silenziosa l'arcano destino…
perché scandisci l'ora nel buio cieco e deforme?
Aria sparge odor di tabacco
ove affiora il cerchio che divide la sfera celeste dal mare
e al tacito calar di un giorno, una pipa ormai bagnata…
si spegne per sempre.
Volti cupi di chi, immobile ed impotente
assiste attonito… a sì crudele sventura.
Cavalca l'onda… marinaio,
cavalca l'onda or che la tua anima si libra
e penetra come raggio fluorescente verso il cielo.
Cavalca l'onda… marinaio,
tieni salda la gomena che neanche la morte, spezzerà mai.
L'ora, il tempo, gli anni… la passione per il mare;
ricordi che scivolano e si appiattiscono come lacrima lenta,
sui piedi nudi fasciati da alghe.
Quando ti staccherai dal mare ed andrai verso il Padre,
quando le tue ali si apriranno e volerai verso il monte Divino,
quando sarai fra le Sue braccia… sarà lì, ove solo il cuore puo' vedere
che salirà un segno di fuoco a lambire i margini fra l'anima e lo spirito
ed io, fiero di averti conosciuto vivrò col cuore spezzato… nel tuo ricordo.
Cavalca l'onda… marinaio,
or che il dolore è così forte… aspetterò e pregherò
or che lo sgomento mi assale… aspetterò l'ora;
l'ora che si "ricomponga" l'equipaggio, lassù, alla fonda del cielo
a raccontarti ciò che non ho avuto tempo di dirti,
a catturare attimi lontani e viverne la gioia infinita.
Addio, marinaio. Addio!
Cavalca l'onda… come da sempre sai fare.