Sogni e favole io fingo
Sogni, e favole io fingo; e pure in carte
mentre favole, e sogni orno, e disegno,
io lor, folle ch'io son, prendo tal parte,
che del mal che inventai piango, e mi sdegno.
Ma forse, allor che non m'inganna l'arte,
piú saggio io sono? È l'agitato ingegno
forse allor piú tranquillo? O forse parte
da piú salda cagion l'amor, lo sdegno?
Ah che non sol quelle, ch'io canto, o scrivo,
favole son; ma quanto temo, o spero,
tutto è menzogna, e delirando io vivo!
Sogno della mia vita è il corso intero.
Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo,
fa ch'io trovi riposo in sen del Vero.
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Sopra il Santissimo Natale
Già porta il sol dall'oceano fuore
Il suo splendore; e va spargendo intorno
Novello giorno di letizia ornato
Più dell'usato.
Scuotono i pini dall'antica chioma
L'orrida soma, che gli tiene oppressi,
E i monti anch'essi l'agghiacciate fronti
Sciolgono in fonti.
La valle e'l prato in quelle parti e in queste
L'erbe riveste, e di fiorita spoglia
Lieta germoglia, che da sciolta neve