Mai fosse, io reco; e affrontar pria vo' l'ira
Del re, poi quella dei nemici brandi. —
Re, che dirai, s'io, qual tuo servo, piego
A te la fronte? io di tua figlia sposo,
Che di non mai commessi falli or chieggo
A te perdono: io difensor tuo prisco,
Ch'or nelle fauci di mortal periglio
Compagno, scudo, vittima, a te m'offro.
Il sacro vecchio moribondo in Rama,
Vero è, mi accolse; e parlommi, qual padre:
E spirò fra mie braccia. Egli già un tempo
Saulle amava, qual suo proprio figlio:
Ma, qual ne avea mercede? — Il veglio sacro,
Morendo, al re fede m'ingiunse e amore,
Non men che cieca obbedienza a Dio.
Suoi detti estremi, entro il mio cor scolpiti
Fino alla tomba in salde note io porto:
«Ahi misero Saùl! se in te non torni,
Sovra il tuo capo altissima ira pende».
Ciò Samuel diceami. — Te salvo
Almen vorrei, Gionata mio, te salvo
Dallo sdegno celeste: e il sarai, spero:
E il sarem tutti; e in un Saùl, che ancora
Può ravvedersi. — Ah! guai, se Iddio dall'etra
Il suo rovente folgore sprigiona!
Spesso, tu il sai, nell'alta ira tremenda
Ravvolto egli ha coll'innocente il reo.
Impetuoso, irresistibil turbo,
Sterpa, trabalza al suol, stritola, annulla