E in fondo, là su la fatal Meloria,
s'accende un altro faro entro il ciel muto,
quasi l'antica e l'odierna storia
si rispondano un fulgido saluto.
S'accende la Meloria, e con l'anelo
occhio di fiamma il gran sereno esplora,
pisana scolta che fra l'acque e il cielo
il trionfato mar vigila ancora.
E quell'occhio di fiamma, con intensa
malìa sbarrato nei silenzi e fisso,
tragiche forme evoca, nell'immensa
solitudine sua, dal glauco abisso,
tragiche forme che coruscan truci
nell'ombra del crepuscolo tranquillo,
che sotto l'elmo, nelle vitree luci,
han di sei lunghi secoli il sigillo.
Ed a nembi volar, frecce d'argento
mira quell'occhio, e, larva gigantesca
tra la ferocia del combattimento,
conte Ugolino Della Gherardesca,
come quel dì che, nella strage immane,
fu tutta sangue l'onda, e tutta un grido
dì scarmigliate femmine pisane,
tutta un grand'urlo la marina e il lido....
Oh limpido sul lido, in tanta pace,
l'indugio della luce e dei colori,
mentre s'accende il molo e l'aria tace
deliziosa d'alighe e di fiori,