Giosuè Alessandro Michele Carducci nacque a Valdicastello [Lucca] nel 1835. Il padre era medico e carbonaro, e Giosue trascorse la fanciullezza in Maremma, prima a Bolgheri e poi a Castagneto. Nel 1849 la famiglia si stabilì a Firenze, dove Giosue frequentò le scuole degli scolopi. Inizia a leggere: Horatius, Virgilius, Ovidius, ma anche Alfieri, Foscolo, Leopardi. Precoce la sua avversione a Manzoni e al manzonismo. Nel 1853 entra alla Scuola Normale di Pisa, dove si laurea nel 1856 con una dissertazione sulla poesia cavalleresca. Insegnò retorica alla scuola secondaria di San-Miniato-al-Tedesco. E' un periodo intenso della sua vita, che rievocherà poi nelle pagine autobiografiche delle «Risorse» di San Miniato (1863). Precisò la sua poetica anti-romanticista. Con gli amici G. Chiarini, G.T. Gargani e O. Targioni Tozzetti fondò la brigata anti-romanticista degli 'Amici Pedanti' .
Sospettato dalla polizia per le sue idee politiche, fu allontanato dall'insegnamento. Per tre anni visse a Firenze dando lezioni private e lavorando per l'editore Barbera. Nel 1857 è il suicidio del fratello Dante. Nel 1858 muore il padre. Nel 1859 sposa Elvira Menicucci, da cui avrà quattro figli. Insegna per un anno al liceo di Pistoia. Nell'agosto 1860 il mi nistro Mamiani lo chiama a insegnare eloquenza all'Università di Bologna. Nello stesso 1860 aderisce alla massoneria. Politicamente è un repubblicano. Studia le letterature europee, in particolare quella tedesca e francese.
Risale al 1871 la conoscenza con Carolina Cristofori Piva (la Lidia o Lina delle sue poesie), che divenne presto passione amo rosa. Consolida la sua fama di poeta nazionale e di guida della coscienza culturale italiana. Continua l'insegnamento universitario: alla sua scuola si formano Pascoli, S. Ferrari, e più tardi R. Serra, A. Panzini, M. Valgimigli. Nel 1875 è la morte del figlio Dante.
Nel 1878, dopo una visita dei sovrani a Bologna, scrive l'ode Alla regina d'Italia . E' accusato dagli avversari di essersi con vertito disinvoltamente alla monarchia. Nominato senatore nel 1890, negli anni successivi appoggiò la politica repressiva di Crispi. Nello stesso 1890 è l'amicizia sentimentale con Annie Vivanti. Nel 1904 abbandona l'insegnamento per motivi di salute. Nel 1906 gli viene dato il nobel. Muore il 16 febbraio 1907, a Bologna.
La motivazione del nobel: "not only in consideration of his deep learning and critical research, but above all as a tribute to the creative energy, freshness of style, and lyrical force which characterize his poetic masterpieces".
« Non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all'energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica »