I Trionfi (latinamente intitolati Triumphi) sono un poema narrativo-allegorico in terzine diviso in sei parti.
Nel Trionfo di Amore (Triumphus Cupidinis) il narratore ha una visione di Amore nella foggia di un condottiero vittorioso dell'antica Roma, con una folla di amanti celebri disposti intorno al carro trionfale; inizia poi ad ascoltare gli ammaestramenti di un personaggio innominato, ma appare Laura, della quale si innamora: così si aggrega al corteo, che giunge all'isola di Cipro.
Nel Trionfo della Pudicizia (Triumphus Pudicitie) Amore cerca di sottomettere anche Laura, ma ne viene sconfitto; quindi ella va a Roma per offrire le sue spoglie al tempio della Pudicizia, guidando un corteo di donne caste.
Nel Trionfo della Morte (Triumphus Mortis) si fa avanti la Morte ad annunciare a Laura la sua prossima fine, che ha luogo in concomitanza con le stragi provocate dalla peste del 1348; la notte successiva Laura appare in sogno al narratore, lo esorta a non temere la morte e lo assicura di averlo sempre amato.
Nel Trionfo della Fama (Triumphus Fame) la Fama conduce con se un corteo di personaggi celebri per le azioni (divisi in romani, stranieri e moderni, in modo analogo ai Rerum memorandarum libri) o per le opere di ingegno, ai quali è assicurata la sopravvivenza oltre la morte.
Nel Trionfo del Tempo (Triumphus Temporis) il Sole si indigna di non riuscire a spegnere la fama degli uomini e accelera il suo corso, per sommergere ogni cosa nell'oblio.
Nel Trionfo dell'Eternità (Triumphus Eternitatis) il narratore si chiede che cosa dunque rimane e si rende conto che bisogna affidarsi a Dio, l'unico in grado di assicurare stabilità: nel vagheggiato mondo ultraterreno anche Laura riavrà la sua bellezza, coronando le aspirazioni dell'intera umanità.
I Trionfi rappresentano il più ambizioso tentativo di avvicinare il modello della Commedia dantesca mai compiuto da Petrarca: da essa riprendono il metro della terzina a rime incatenate (una scelta non scontata per l'epoca), la struttura generale della visione e del viaggio nonchè alcuni personaggi peculiari (Paolo e Francesca, Piccarda Donati). Tuttavia l'inabilità petrarchesca a gestire le convenzioni di un poema narrativo si misura dall'incertezza con cui viene delineato il personaggio della guida (che vorrebbe emulare il Virgilio dantesco, ma resta una presenza evanescente), dalla vaghezza delle coordinate spazio-temporali e più in generale dalla convivenza irrisolta fra gli elementi di autobiografia personale e di storia universale. Alle prese con un genere a lui poco congeniale, Petrarca si rifugia nel terreno che gli ? pi? noto: le enumerazioni erudite (specialmente nel primo, secondo e quarto trionfo) e le effusioni liriche (specialmente nel terzo); per approdare infine alle potenti fantasie cosmologiche degli ultimi due trionfi.
I Trionfi furono iniziati probabilmente verso la metà degli anni Cinquanta e conobbero una lunga stesura: le testimonianze datate vanno dal 1357 al 1374. Ciononostante non ricevettero l'ultima mano e non furono divulgati, neanche parzialmente, durante la vita di Petrarca. Poco dopo la sua morte, prima Giovanni Boccaccio e poi Giovanni Dondi chiesero notizie della loro sorte rispettivamente a Francescuolo da Brossano e a Lombardo della Seta, che erano rimasti custodi delle carte petrarchesche e che dovettero curare la prima diffusione del poema.
- Analisi:
Il poemetto si presenta come il percorso ideale e universale dell’uomo dal peccato alla redenzione, tema tipico dei testi poetici allegorico-didascalici medievali, come il Roman de la Rose, e la Commedia di Dante, che diventa per Petrarca un vero e proprio termine di confronto. Il poema dantesco si presenta sia come modello formale indiretto (con la scelta da parte di Petrarca di adottare lo schema metrico della terzina, sia come modello concettuale per il viaggio allegorico-morale intrapreso.
Al tempo stesso, i Triumphi si collocano bene nel percorso letterario di Petrarca, sviluppando alcuni temi fondamentali della poetica del Canzoniere: la spiritualizzazione della passione per Laura (che culminerà nella canzone alla Vergine), l’attenzione narcisistica per la propria intimità, la ricorrente riflessione sulla morte (come in Movesi il vecchierel canuto e bianco).
I Trionfi - la cui successione in sei momenti successivi è assai meccanica e rigida - sono incompiuti, sia per il lungo lavoro correttorio sia per le difficoltà a gestire la struttura del poema rispetto alla dimensione più agile dei componimenti lirici del Canzoniere.
- Il termine “trionfo” si rifà alla tradizione romana di celebrare un condottiero vittorioso con un corteo fino al Campidoglio, seguito dalle sue truppe e dai prigionieri di guerra.
_____________________________
PETRARCA E IL TEMA DELL’AMORE
(Tratto da: Il tema d’amore nella poesia antica e medievale - Rielaborazione materiali prof.ssa Zandonadi)
Il tema più presente nel Canzoniere è l'amore per Laura, ma si potrebbe anche intendere come il desiderio di gloria del poeta poiché il nome Laura si può intendere anche come “l'aura”, cioè la gloria, perché il termine fa riferimento al ramo di lauro, la pianta di Apollo simbolo della poesia, con cui nell'antichità vengono incoronati i più grandi poeti.
A differenza del Dolce Stil novo, in cui il tema delle poesie è il sentimento, lo stato d'animo del poeta, in Petrarca il tema centrale è il conflitto interiore del poeta, il suo sentirsi attratto sia dagli aspetti materiali della vita (amore e gloria) sia da ciò che è mistero, elevazione in Dio.
Così, al contrario della Beatrice di Dante, Laura – la donna amata da Petrarca - non è la donnaangelo, veicolo tra il poeta e Dio, ma è una nobilissima creatura terrena (in "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" viene addirittura descritta da vecchia), e pertanto il poeta percepisce che l'amore verso di lei allontani dalla fede in Dio; per questo vive il sentimento d'amore come colpa, come "errore giovanile" (vedi “Voi ch'ascoltate” verso 4)
La figura di Laura non è descritta dettagliatamente, ma è semplicemente tratteggiata utilizzando le immagini della bellezza provenienti dallo stilnovismo ("bionda", "occhi luminosi come un lago", "capelli d'oro", "viso di perla", "voce soave").
Nella poesia: "Chiare fresche e dolci acque" Petrarca dice che la donna "pare", cioè appare, non è quindi reale o descritta in modo realistico. A differenza di Beatrice, Laura non provoca nell'amante modificazioni e scelte radicali; Petrarca non concepisce Laura come una cosa che può elevarlo a Dio, ma anzi è una cosa che attira i suoi
sensi, riuscendo così a legarlo alla materia, al suo desiderio irrealizzabile di possedere l'oggetto dell'amore.
Per questo l’io interiore di Petrarca si trova diviso tra il desiderio carnale di amare Laura e il voler compiere una vita virtuosa nella fede (tema del DISSIDIO INTERIORE, sempre presente nelle opere di Petrarca)
Da questa situazione nasce la necessità di fare poesia.
- Per Dante la poesia nasce dall'incontro con Beatrice
- Per Petrarca il bisogno di scrivere poesia nasce invece dall'interno del poeta, dall'esigenza di ritrovare un equilibrio nell'io diviso tra l'essere attratto da una causa effimera, come può essere l'amore carnale, e la volontà di vivere una vita virtuosa nella fede.
Nel Canzoniere, le poesie "in morte" di Laura (dal numero 267 al 366) sono testi eccezionali, in cui il pentimento e l'aspirazione alla salvezza si intrecciano con la visione della donna che riappare in vesti diverse. Altre poesie sono rivolte all'analisi interiore, alla ricerca di una pace assoluta che ponga fine per sempre ai turbamenti e alle contraddizioni che il poeta ha vissuto. Laura si è trasformata sempre più in un’immagine che conforta e guida il poeta all’esame di sé e alla salvezza.
Il Canzoniere è un'opera in volgare composta da 366 poesie:
- 317 sonetti
- 29 canzoni
- 9 sestine
- 7 ballate
- 4 madrigali
Protagonista è il Petrarca stesso, non il tema dell'AMORE che pure è molto presente in tutte le variabili:
- Passione
- Tormento per la ritrosia di Laura
- Dolore per la morte di Laura
- Ricusazione l’errore giovanile
TEMI:
1. AMORE (ma v. sopra)
2. ANGOSCIA DELLA SOLITUDINE, ma anche RICERCA DELLA SOLITUDINE come fonte di quiete
3. PAURA DI PERDERSI NELLA CONFUSIONE TRA REALTÀ E IMMAGINAZIONE
4. PREGHIERA
5. LAURA: NON È DESCRITTA FISICAMENTE come personaggio realistico, è ridotta a singoli elementi: capelli – occhi – labbra - seno
- È VIVA solo nel SENTIMENTO di Petrarca, nella FANTASIA
- È FIGURA REALE ma LONTANA, IRRAGGIUNGIBILE
- È simbolo di FELICITA' TERRENA COMPLETA, VITA BELLA, desiderata ma irraggiungibile
La MORTE DI LAURA è occasione di aumento dell'INCERTEZZA in Petrarca = OGNI SOGNO TERRENO E’ DUNQUE INUTILE. Petrarca si rivolge a Dio con più ansia.
La MORTE DI LAURA è occasione di aumento dell?INCERTEZZA in Petrarca = OGNI SOGNO TERRENO E’DUNQUE INUTILE. Petrarca si rivolge a Dio con più ansia.
Petrarca tende a dare alla storia con Laura valore universale = è una condizione comune a tutti gli uomini.
L'AMORE E' DESIDERIO, MA LA FEDE RELISIOSA di Petrarca gli fa scegliere di NON SODDISFARLO - prova però costante senso di colpa per aver provato la passione La donna amata è ESALTATA per la sua SPIRITUALITA' ma non perde i CARATTERI FISICI - ma questo fa nascere senso di colpa: la donna allontana dalla spiritualità.
___________________